Una finanziaria contro gli interessi nazionali
14 Dicembre 2023Un nuovo “pensiero nazionale” capace di ricucire il legame tra Nord e Sud
2 Gennaio 2024– Autore: Stefano Balassone –
L’ossimoro dell’Ordine Mondiale
Le mappe geopolitiche emergono dalle armi e dal commercio. Le flotte, i battaglioni, i flussi d’energia, la produzione agricola tengono insieme le asimmetriche alleanze tra forze dominanti e forze secondarie in un sistema instabile come un gas di voglie e di paure refrattario ad ogni disegno d’armonia. Questo è anche il cosiddetto e attuale Ordine Mondiale in cui non mancano le faglie conflittuali. Fra gli Stati e, prima ancora, all’interno d’ogni Stato, come raccontano le Storie. Da trent’anni, in particolare a scompigliare l’Ordine c’è un fenomeno nuovo: la tecno-finanza – simbiosi di soldi, informatica e scienze della vita – che spiazza e destruttura ogni ordine che trova:
- sia all’interno di questo o quel Paese dove accantona mestieri e saperi ed altri se ne inventa, dissipa le identità classiste degli ultimi tre secoli, sostituisce i “partiti” con ondate “populiste”, mentre i singoli s’aggrumano o disperdono non mirando all’emancipazione collettiva (avventura data per compiuta) ma all’”affermazione” individuale come metro di senso e di misura;
- sia nei rapporti fra gli Stati perché solo capitali immensi, protetti dai soggetti statuali più potenti, possono alimentare l’attuale sviluppo tecnologico e tradursi in nuove armi della guerra permanente (a prescindere dalla circostanza che solo di tanto in tanto (Ucraina, Medio Oriente) arrivino a sfidarsi gli stivali sulla terra.
Dunque è vero che nel mondo c’è sempre stato un gran subbuglio, ma più che mai oggi è complicato avere una visione stabile d’insieme per affrontare le svolte della Storia. Basti pensare allo sbigottimento dell’attesa per le elezioni USA del prossimo novembre, mentre ci chiediamo quanto l’America possa reggere al coacervo di miliardari, popolo ruspante e suprematisti armati fino ai denti, che picchia sui social senza posa e pare ingoiare giorno dopo giorno quel Partito Repubblicano che un tempo fu di Lincoln.
È in questo quadro che iniziano a muoversi le due faglie sismiche che attraversano il rapporto fra USA e la zona Euro centrata sull’intesa fra Germania e Francia.
Ost Politik
La prima questione riguarda i margini dell’’Ostpolitik che l’Europa (e la Germania in particolare) può condurre rispetto all’ovvia volontà del mondo anglosassone di sventare, dall’Atlantico agli Urali saldature che lo emarginino. Lo hanno verificato il Re Sole, Napoleone, il Kaiser ed Hitler, che ci hanno provato per mezzo della guerra, e lo verificano ogni giorno le imprese industriali e commerciali i cui contatti coi mondi dell’Oriente sono declinati all’interno delle “sanzioni” deliberate oltre Atlantico. Fino all’eloquenza delle maniere forti col sabotaggio misterioso del gasdotto diretto Russia-Germania in fondo al Baltico prima che un solo metro cubo ne fluisse.
Sbilanciamento cognitivo
Se l’Ostpolitik è un problema enorme, ancor più rilevante appare la seconda questione, sebbene sia finora sottotraccia non riguardando cose che si vedono – come flotte, aerei o carri armati – bensì lo sbilanciamento del Potere Cognitivo a beneficio esclusivo degli USA e a spese, in gran parte, dell’Europa. Subito aggiungendo che non si tratta di un effetto del fiorire di scuole, iniziative imprenditoriali, e think tank nel Paese più potente, ma del frutto “meccanico” e per nulla culturale del Pentapolio delle Big Tech americane – Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft – che sta al centro di straordinari risultati economici e di un colossale esito politico.
Risultati economici
Il Pentapolio per servirci al meglio ci sorveglia, ci intermedia, ci profila e risucchia, tra ricavi pubblicitari e aggi sul commercio on line, 1.500 (millecinquecento) miliardi all’anno (2022) che, secondo i report garantiti dall’autorità di Borsa, eccedono i costi operativi di circa 350 (trecentocinquanta) miliardi. Con una disponibilità di cassa annuale dall’entità inimmaginabile che -pagate poche tasse in giro per il mondo – alimenta dividendi, ammortamenti e al primo vagito ingoia ogni potenziale concorrente (tranne quelli protetti dalla cortina di bambù della Repubblica Popolare della Cina). Lo stesso fiume di denaro, investito in ammassi costosissimi di chip, riconduce ai membri del Pentapolio – gli unici che se lo possono permettere – il potere di Calcolo che sta per coniugare internet con l’Intelligenza Artificiale Generativa (GPT e compagnia).
Esito politico
Il fenomenale risultato economico diviene politico nell’istante in cui i dati degli utenti vengono stipati nei server del Pentapolio collocati, non per caso, entro il territorio americano. Ove, per dovere di giurisdizione, si spalancano senza se e senza ma ai software esploratori delle Istituzioni USA, a partire dalle Agenzie di intelligence (FBI, NSA, CIA e chissà cos’altro ancora) che supportano e orientano le decisioni di Congresso e Casa Bianca. Così sono queste le uniche entità al mondo (Cina esclusa) in grado di fare politica a partire dai grafi concettuali (cosa piace a gruppi e singoli) e relazionali (chi relaziona con chi e a quale titolo) sia dei miliardi di utenti comuni sia delle classi dirigenti. Una Cognizione articolata e modulabile momento per momento, in prospettiva storica oppure della cronaca, a livello individuale o per segmenti collettivi di nazione, età, sesso, razza, opinione, mestiere, professione. E va da sé – ce lo dice la sapienza proverbiale del “dai nemici mi guardi Iddio … – che quelli sorvegliati più da presso siano non i rivali dichiarati, ma gli alleati e fra questi quelli più scontati come i popoli inclusi nella UE.
Un cappio da tagliare
Lo Squilibrio del potere cognitivo non è come i tanti del mondo materiale – ad esempio il divario nel controllo delle fonti di energia – che creano dislivelli di potere economico e di comando, ma in termini pratici trovano compenso nella vendita di champagne, spaghetti e moda. Lo Squilibrio cognitivo c’è o non c’è; è assoluto o assente; è esclusivo o non è. In sostanza non si presta al negoziato, al compromesso al trovarsi a mezza strada fra controllore e controllato.
Quindi, se oggi siamo allo Squilibrio Cognitivo assoluto e assolutista, altro non è possibile che puntare cancellarlo vuotando i server USA dei dati degli utenti per trasferirli dove l’utente è cittadino e non semplice cliente.
I modi tecnici e il supporto di mercato a quest’impresa vanno negli ultimi mesi facendosi più chiari. E il potere normativo della UE, non appena il Consiglio degli Esecutivi nazionali raccogliesse il coraggio e lo spingesse anzi che chiudere gli occhi per evitare di vederlo, non sarebbe affatto un potere disarmato perché l’apparato normativo predisposto nell’ultimo lustro (dal GDPR in poi) è già da solo sufficiente. Mentre la lamentata carenza di soggetti europei in grado di emulare le Big Tech non fa parte del problema se non per i il profilo delle politiche antitrust.
Quel che conta, del resto, non è restituire agli USA pane per focaccia, ma liberare l’Europa (e non solo) da un cappio insopportabile.